Quando ci si ferma e ci si guarda dentro è naturale domandarsi se la nostra vita specchi il sentire e se la direzione che stiamo perseguendo sia quella che ci corrisponde. Queste sono le ragioni per cui lo facciamo raramente. Nei momenti critici o carichi di difficoltà si tratta di una mossa intelligente in quanto ci consente di calibrare meglio le nostre energie. Sono proprio le crisi a permetterci di confrontarci con la realtà che stiamo vivendo destabilizzandola.
Quando ci si ferma e ci si guarda dentro è naturale nutrire dei dubbi. Non possiamo conoscere il futuro, ma possiamo scegliere consapevolmente il presente. I dubbi nascono dal conflitto tra sentire e aspettative, tra corpo e mente. Non sempre coincidono. Il corpo semplicemente riconosce cosa ci fa stare bene, la mente lo valuta sulla base dell'immagine che vorremmo avere e trasmettere. Il primo segue la maturazione evolutiva della nostra individualità, la seconda tutela la nostra personalità.
Quando ci si ferma e ci si guarda dentro è naturale operare una scelta. Il cambiamento nasce sempre da una scelta e da una presa di coscienza delle nostre priorità. Scegliere di non scegliere significa optare per l'immobilità: quell'assenza di movimento chiamata sopravvivenza. Respiro, dormo, mangio come un automa. Scegliere la trasformazione è molto più faticoso e sfidante, ma racchiude in sé il senso stesso della vita: la crescita.
Quando ci si ferma e ci si guarda dentro è naturale fare i conti con la fiducia. Fiducia che anche la vita che stiamo vivendo, pur con le sue molteplici difficoltà, sia la palestra migliore per la nostra crescita. Fiducia in noi stessi e nella nostra capacità di farvi fronte. Fiducia nelle nostre scelte e nel percorso che si dispiega davanti noi.
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