Nelle ultime settimane ho letto parecchi romanzi. Ho sempre dedicato il mio tempo libero alla lettura di saggi, ma ho iniziato ad aprirmi in modo consapevole ai romanzi quando ho scelto di scriverne uno. E devo ammettere che questa mia scelta è stata ampiamente ricompensata dal beneficio di una lettura coinvolgente, ma non troppo impegnativa. Alcuni romanzi li ho letteralmente divorati, altri li ho abbandonati dopo poche pagine senza rimorsi. Un tempo sarei ostinatamente arrivata alla fine con grande sprezzo del pericolo e forte dell'illusione che prima o poi vi avrei scorto le ragioni che avevano portato alla pubblicazione dello stesso, ma oggi ho smesso di fossilizzarmi. Un romanzo può piacere o non piacere affatto. Per quanto mi riguarda un prerequisito fondamentale è che sia scritto bene e con questo intendo un italiano corretto, una prosa fluida e coinvolgente. Non riuscirei a proseguire la lettura se dovessi riscontrare frasi mal architettate, errori grammaticali e refusi in abbondanza. D'altra parte l'editing è basilare e un buon editore lo sa.
Leggere un romanzo è come viaggiare: stimola la tua immaginazione, specchia situazioni, sentimenti ed emozioni, tocca la tua interiorità e ti induce a riflettere aprendoti a nuove prospettive di osservazione.
In ogni romanzo puoi trovare una frase scritta apposta per te: esattamente quella di cui avevi bisogno.
E questo credo sia un altro tratto saliente a caratterizzare le scelte di lettura: certi romanzi ti attirano a sé in modo inspiegabile.
Leggo molto velocemente e voracemente e così ho pensato di dedicare qualche minuto per condividere quanto ho letto nelle ultime settimane e mi è piaciuto.
Vi segnalo "L'acqua del lago non è mai dolce" di Giulia Caminito, la saga di Stefania Auci "I leoni di Sicilia" e "L'inverno dei leoni", "Due vite" di Emanuele Trevi, "L'arminuta" di Donatella Di Pietrantonio, "Le otto montagne" di Paolo Cognetti.
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