Il virus è dentro di noi: nei nostri pensieri, nelle nostre paure, nelle nostre emozioni represse e manifestate. Il virus ha invaso ogni nostra cellula e noi lo abbiamo permesso idealizzando un nemico invisibile in grado di ucciderci.
Il virus è dentro di noi. Lo è sempre stato: è la nostra ombra. Un'ombra capace di oscurare il discernimento e di dar forma al nostro delirio di onnipotenza. Un'ombra subdola, manipolatrice, patologica.
Il virus è dentro di noi e noi continuiamo a cercarlo all'esterno. Lo cerchiamo dove non lo troveremo mai perchè ci terrorizza trovarcelo davanti. Così ogni giorno addebitiamo le nostre ombre al carnefice di turno, immolandoci a vittime sacrificali. E ogni giorno i carnefici di turno rivendicano il loro essere vittime di una rabbia distruttiva e indolente. Chi fa sbaglia, chi non fa accusa.
Il virus è dentro di noi e risveglia il nostro istinto animale di sopravvivenza. Fuggiamo, combattiamo, ci fingiamo morti. Pochi hanno il coraggio di guardare l'ombra e riconoscerla al proprio interno assumendosene la responsabilità.
Il virus è dentro di noi e noi lo proiettiamo sullo schermo della nostra quotidianità. Un horror oscuro e inquietante di cui siamo gli inconsapevoli attori protagonisti. E indefessi recitiamo la nostra parte dando la caccia ad un virus che fa di tutto per ucciderci, senza renderci conto che quel virus è parte di noi. E' parte del nostro suicidio di massa, della nostra rinuncia alla libertà.
Il virus è dentro di noi e noi non vogliamo riconoscerlo. Preferiamo non vederlo e continuare a dar la caccia alle streghe. Da sempre l'uomo crea nuovi nemici da combattere pur di non affrontare la propria ombra.
Il virus è dentro di noi e noi recitiamo la parte dei cavalieri senza macchia. Non vediamo che la rabbia che ci circonda è la nostra stessa rabbia, che l'egoismo che ci fa ribrezzo è il nostro stesso egoismo, che l'indifferenza che contestiamo è la nostra stessa indifferenza.
Il virus è dentro di noi e continuerà a proliferare indisturbato fino a quando non ce ne prenderemo cura. Non è possibile eliminarlo senza eliminare l'uomo stesso. Abbandoniamo l'ascia di guerra e vestiamo i panni di chi abbiamo innalzato al ruolo di eroi curando noi stessi, rimettendoci in discussione, facendo i conti con la nostra ombra. Non possiamo dissociarci da una parte di noi senza disumanizzarci. Solo sperimentando il nostro buio, sapremo comprendere quello di chi ci è accanto e crescere insieme.
Foto di Maria Pop da Pexels
Nessun commento:
Posta un commento