Giocare da libero è impegnativo.
Si è liberi da marcature fisse, ma sempre pronti a intervenire in seconda battuta al bisogno.
Il libero è il regista della squadra: la osserva e interviene al momento giusto indipendentemente dal ruolo che deve interpretare.
Il libero deve confrontarsi con l'invisibilità e la criticità che l'assenza di un ruolo fisso riveste.
In fondo il libero deve porre rimedio agli errori già commessi (impresa non facile) senza sbagliare a sua volta.
Il libero deve saper anticipare le mosse del gioco e saperlo gestire con prontezza di riflessi.
Per questo giocare da libero è impegnativo.
Appena ci si muove si è sotto i riflettori delle aspettative e deluderle è un attimo.
Il libero, non avendo ruoli, costruisce dietro le quinte: non fa punti, ma evita semplicemente di perderli.
Giocare da libero è impegnativo nella vita di tutti i giorni.
Devi essere presente, anche se non sei visto. Perché essere presente fa parte del tuo gioco.
Un gioco a volte duro da sostenere in quanto le regole le fanno gli altri. Tu osservi, anticipi le cadute e ti trovi nel posto giusto al momento giusto per raccogliere i cocci prima che lo schianto al suolo li disintegri totalmente. Se non ci riesci è colpa tua. Se ci riesci hai semplicemente fatto quello che dovevi fare.
Giocare da libero è un ottimo esercizio di presenza. Impari a respirare e a non farti prendere dal panico; a schermare le interferenze esterne e ad agire consapevolmente.
Giocare da libero è un ottimo esercizio di umiltà. A volte l'ego fa capolino e devi rimetterlo in tasca, riportando il focus sulla tua scelta.
Sì, perché giocare da libero è una scelta presa per attitudine e predisposizione.
E' una scelta predestinata alla quale non puoi sottrarti senza sentirti in qualche modo incompleto.
Giocare da libero è impegnativo, ma è esattamente ciò per cui sei nato e cresciuto.
Foto di Tim Mossholder
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