domenica 12 gennaio 2020

TIRO AL BERSAGLIO: UN PERCORSO VERSO LA REALIZZAZIONE

Alcuni giorni fa riflettevo con un'amica, Paola Neyroz, sull'importanza del presente, inteso come consapevolezza del qui e ora. In un'epoca in cui il futuro è così incerto e fumoso, il presente acquisisce un valore determinante. Le vie che si dispiegano nel presente sono le uniche percorribili anche se non è dato sapere se saranno vicoli ciechi o strade in discesa. L'unica possibilità che ci è data è quella di attraversarle per viverne l'esperienza, affidandosi. Credo sia ormai tramontato definitivamente il concetto di controllo. Una volta si programmava tutto: incontri, impegni, investimenti... con l'illusione di poter controllare il futuro. Da qualche anno la dimensione della precarietà ha preso il sopravvento, rendendoci consapevoli dell'inevitabilità del cambiamento. 
Se focalizziamo la nostra attenzione sul presente evochiamo naturalmente un altro concetto, quello della coerenza. Le scelte del presente dipendono dalla nostra maturazione e spesso rimettono in discussione le abitudini, gli schemi educativi e sociali che ci trasciniamo dietro. Il cambiare idea non significa incoerenza, a mio avviso. L'incoerenza è la discrepanza tra sentimento e azione. Sento una cosa, ma ne faccio un'altra. Non sono fedele a me stesso e alla mia maturazione. La coerenza è sempre interiore ed è strettamente collegata al sentire e alla trasformazione individuale. Essere coerenti non significa restare sempre fedeli al passato, ma essere in armonia con se stessi e con le scelte che siamo pronti ad affrontare.
Meditando su questi temi mi è apparsa l'immagine del bersaglio del gioco delle freccette. Spesso ho assimilato il percorso verso la consapevolezza ad un cerchio. Nel bersaglio ci sono più cerchi collegati tra loro da uno spazio: mi piace identificare questo spazio con il salto nel vuoto, il cambio vibrazionale, la legge dell'ottava. Non posso passare da un cerchio all'altro senza buttarmi nello spazio-tempo che separa un cerchio dall'altro. Il centro del bersaglio rappresenta la mia realizzazione, ma per giungervi devo inevitabilmente percorrere tutti i cerchi e gli spazi partendo dai più esterni.
Per procedere devo avere coraggioresilienza (la capacità di superare un periodo difficile, un trauma, un dolore senza "rompermi"): spesso, infatti, i salti nel vuoto (gli spazi tra un cerchio e l'altro) sono anticipati da difficoltà di vario tipo in grado di fermarmi e mandarmi in crisi. 

Valgono sempre i seguenti passaggi partendo dall'inizio del primo cerchio del percorso:
Mobilità esteriore: la mia attenzione è concentrata all'esterno, nel fare esperienza. Percorro il cerchio procedendo verso il suo completamento, vivendo più esperienze.
Immobilità esteriore : la mia vita si ferma per colpa di un evento traumatico o una difficoltà in grado di destabilizzarmi e bloccare le mie scelte esterne.
Mobilità interiore:tutte le mie energie si focalizzano sull'interiorità per elaborare l'accaduto ed integrare le lezioni che l'esperienza ha portato con sè.
Maturazione: Dolori e difficoltà rimettono in discussione le visioni acquisite disgregando schemi e aprendo nuove possibilità.
Inquietudine: ho raggiunto il completamento del primo cerchio, ma non vedo ancora l'inizio del secondo. So bene di non voler tornare a ripercorrere il primo cerchio, ma non ho certezze sul percorso che mi aspetta. E' il momento del salto nel vuoto. Posso rimanere dove sono finchè la frustrazione non arriverà a livelli stellari o chiudere gli occhi e buttarmi verso l'ignoto.
Salto nel vuoto: cambio vibrazionale e presa di coscienza dell'esperienza. Trasformazione.
Mobilità esteriore: sono all'inizio del cerchio più interno e il ciclo può ricominciare su nuovi presupposti generati dalla mia crescita interiore. Sono pronto per vivere esperienze differenti e approfondire il sentire....

La rinuncia a vivere le esperienze - e le uniche possibili sono quelle che si manifestano nel presente - blocca la crescita. Quando ci fermiamo nella passività (esteriore e interiore) assomigliamo a una trottola (il loop mentale) che gira su stessa all'interno del cerchio che stiamo percorrendo. Con la mente facciamo la mille miglia, ma il nostro corpo ci rimanda un profondo disagio. E il corpo ci conosce meglio di quanto noi conosciamo noi stessi, soprattutto quando il nostro percorso è ancora vincolato ai cerchi più esterni del bersaglio.



Foto di Engin Akyurt da Pexels




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