Le parole fendono l'aria come lame affilate.
La bocca che le ha emesse
è già occupata a produrne di nuove.
Il fiume di parole
ha dimenticato la sorgente che l'ha generato
e si autoalimenta di giudizi, rabbia e disprezzo.
La sua corrente carica di detriti
invade, distrugge, desertifica.
La bocca si volge in direzione della mente
avida di nuovi pensieri da trasmettere nell'etere
e come tante altre bocche rumoreggia indistintamente in ogni direzione.
Peccato che nessuno più l'ascolti.
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