"Dev'esserci un momento in cui la gente comincia a morire.
No, non a morire, a fare qualcosa di meno coraggioso, di meno eroico: sbiadire.
All'inizio succede piano, parte da un polso, da una caviglia,
da un punto dietro alla testa facile da coprire con i capelli.
Nessuno se ne accorgerà per molto tempo.
Ma è da lì che tutto ciò che ti sembra bello, e valoroso, e nobile, e puro, finisce."
Queste poche parole hanno una grande profondità e credo in qualche modo abbiamo sfiorato un po' tutti, almeno una volta nella vita, in un momento di particolare scoramento, dolore o tristezza. Un momento importante, decisivo per la potenzialità di scelta in esso racchiuso. La scelta di abbandonarsi ad esso o quella di rinascere, lasciando andare una parte di noi stessi legata al passato. In questa decisione si manifesta la consapevolezza o l'inconsapevolezza che abbiamo scelto di vivere.
Ricorda la fine gioventu' i primi aciacchi....
RispondiEliminaIn effetti la frase del libro è scritta da un'adolescente che si è trovata a crescere troppo in fretta ... al di là di questo, credo sia il nostro approccio ai primi acciacchi a definire la nostra visione di vita. La fine di qualcosa, per me è sempre stata, per quanto dolorosa, il germe di un nuovo inizio.
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