Quando
si prende un aereo per andare lontano è sempre una grande emozione. Lasciare
ciò che si conosce e l’abitudine della quotidianità per aprirsi al mondo, ci rimette in gioco e ci
offre nuove prospettive di ascolto.
Ieri
è iniziata la mia avventura per un Natale alternativo, al sole delle Maldive:
Makunudu, la destinazione. Dopo un
viaggio aereo lungo, ma senza disagi (con l’età si tende a prediligere
compagnie di linea ai charter low cost) sono arrivata a Male.
L’impatto con il
clima è stato immediato, da qualche grado sopra lo 0° C a 27° C, ed il corpo ha
sentito il contraccolpo: il vento lo ha alleggerito, ma ha reso il viaggio in
barca veloce un’esperienza indimenticabile e saltellante tra le onde. L’approdo a
Makunudu è avvenuto dopo circa 45 minuti e la gentilezza maldiviana lo ha reso
speciale, al di là dello sguardo velato di stanchezza.
La
naturale bellezza dell’isola ed il suo silenzio, rotto solo dall’infrangersi
delle onde sulla battigia, dal frusciare del vento tra le foglie e dallo
stridio dei gabbiani, l’intimità e la riservatezza delle stanze avvolte dalla
vegetazione con la loro spiaggetta riservata, il mare con i suoi colori sfumati
dal turchese al blu, hanno svelato il paradiso che avrebbe accolto la mia
settimana.
Ho
scelto quest’isola proprio per la sua semplicità. Non amo la vivacità dei
grandi resort .
Svegliarsi
tra i colori della natura è meraviglioso, la sua intimità lo è. Assaporare la
cucina di un’altra cultura, aprirsi ad idiomi non abituali, a sorrisi e volti
sconosciuti, rende il buongiorno ricco e piacevole.
Il
tempo si dilata disperdendo i ritmi frenetici della quotidianità e lo spazio si
espande con i suoi fili invisibili a creare armonia e pace.
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