Sono appena rientrata da una vacanza a Naxos, in Grecia.
Una vacanza caratterizzata da un vento molto forte che fin da subito mi ha trasmesso una strana percezione di pericolo.Guardavo le onde in mare aperto e ne intuivo la forza dirompente a inghiottire la terra, vento più mare e la terra passivamente presente di fronte all'impetuosa alleanza di aria ed acqua .
Giovedì 20 luglio non ho chiuso occhio, una tachicardia che a stento sono riuscita a calmare con la meditazione: sentivo la natura sopra le righe. Poi la scoperta del terremoto poco distante, a Kos.
Non è stata una vacanza rilassante. Il posto era meraviglioso, ma aleggiava nell'aria tanto nervosismo per via del vento: gli abitanti del posto non ricordavano una settimana ininterrotta di vento così forte.
Ho fatto un’unica escursione via mare, lunedì 17 luglio, proprio per via delle previsioni relative all'incremento del vento da martedì in poi: sono stata a Iraklia, vicino a Kos.
Il mare era freddo, ma bellissimo, trasparente e calmo nelle piccole baie, blu e molto mosso poco fuori da esse.
Ho amato il paesaggio brullo e poco verde di Naxos e delle Cicladi, spazzato e modellato dal vento: pochi colori, ma molto contrastati.
Ho amato l'acqua fredda del mare: mi faceva sentire più leggera; ne percepivo la velata potenza e mi immergevo con attenta consapevolezza e grande rispetto.
E’ difficile raccontare quello che ho provato, ma era come se la bellezza fosse intimamente collegata alla forza indomita della natura.
Una migliore comprensione del valore del mio viaggio è maturata con il rientro.
Se ora ripenso alle persone che mi circondavano, ricordo tantissimo disagio. Il vento freddo scatenava nervosismo e irritazione e molti soffrivano di cervicalgie, otiti, raffreddori. Durante le traversate, il mare mosso portava molte persone a stare male e le sue acque fredde non erano accessibili a tutti. La terra arida non offriva riparo e sembrava arrendersi, eliminando il superfluo, alla forza del vento e del mare.
Gli elementi.
La percezione dell'assenza di controllo di fronte alla forza della natura è esplosa maestosamente con il terremoto.
Quell'assenza di controllo che ci destabilizza così tanto e ci induce a resistere o a fuggire dagli eventi che non siamo in grado di gestire.
La percezione dell'assenza di controllo di fronte alla forza della natura è esplosa maestosamente con il terremoto.
Quell'assenza di controllo che ci destabilizza così tanto e ci induce a resistere o a fuggire dagli eventi che non siamo in grado di gestire.
E la natura si trasforma in maestra di vita e punta i riflettori sulla rigidità che ci caratterizza.
Il vento forte e freddo ci crea disagio, proprio come le emozioni quando ci travolgono e perdiamo il controllo. L'acqua fredda del mare potenzia la nostra rigidità e si scontra con la fluidità dell'elemento acqua. Le onde impetuose sotto le sferzate del vento evidenziano il nostro rifiuto a lasciarci andare a maggiore flessibilità. La terra trema, conformandosi a movimenti profondi, e tutte le nostre certezze crollano lasciandoci nudi di fronte a noi stessi.
Mantenere uno stato di presenza attivo mi ha permesso di ascoltarmi e osservarmi, lavorando su di me grazie agli elementi: ho accolto i segnali del mio corpo, sciogliendo le tensioni con l'elemento acqua, e respirando nel vento senza irrigidirmi. Ho camminato sulla terra accogliendo la durezza delle rocce in contrasto con la morbidezza della battigia. Ho centrato continuamente le mie radici nel cuore in modo da poter manifestare flessibilità ed equilibrio.
I viaggi sono importanti spunti di meditazione e di lavoro introspettivo: non sono mai scelti a caso e ogni esperienza vissuta ha sempre un significato più profondo connesso con il proprio percorso individuale.
In questa vita la Grecia ha rappresentato un ritorno, un completamento e un addio.
Quando impariamo ad accogliere e a lasciar andare, l'apertura verso nuove avventure è un dono.
Mantenere uno stato di presenza attivo mi ha permesso di ascoltarmi e osservarmi, lavorando su di me grazie agli elementi: ho accolto i segnali del mio corpo, sciogliendo le tensioni con l'elemento acqua, e respirando nel vento senza irrigidirmi. Ho camminato sulla terra accogliendo la durezza delle rocce in contrasto con la morbidezza della battigia. Ho centrato continuamente le mie radici nel cuore in modo da poter manifestare flessibilità ed equilibrio.
I viaggi sono importanti spunti di meditazione e di lavoro introspettivo: non sono mai scelti a caso e ogni esperienza vissuta ha sempre un significato più profondo connesso con il proprio percorso individuale.
In questa vita la Grecia ha rappresentato un ritorno, un completamento e un addio.
Quando impariamo ad accogliere e a lasciar andare, l'apertura verso nuove avventure è un dono.
NAXOS
Un modo interessante di descrivere una vacanza!
RispondiEliminaGrazie Nicoletta! Le vacanze hanno sempre rappresentato il completamento di passaggi importanti nella mia vita; la meditazione quotidiana si trasforma in apertura, ascolto, osservazione e lavoro sul corpo. E i libri che accompagnano le vacanze sono altrettanto significativi; in Gracia mi hanno fatto compagnia : "La teoria polivagale", "La quarta via" di Ouspensky e "Divergent" di Veronica Roth. Riflessioni sulle emozioni per guardare alle cose cambiando prospettiva ;-)
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