Oggi apro facebook e leggo il buongiorno di un amico, Nick Murdaca:
"Svegliarsi alle 7:00
Leggere per caso una citazione: "Chi può dire dove finisce la pioggia e comincia la malinconia?" di Murakami
Essere destato, a distanza di 2 ore, dalla voce nella testa che domanda: se la pioggia, che è acqua, suscita in alcune persone malinconia; la neve, che è acqua ghiacciata cristalizzata, riporta alla gioia e alla magia di vedere fuori dalla finestra un paesaggio imbiancato... la gioia è malinconia che ce l'ha fatta? ;-)
#Buongiorno (sublimato)"
Mi diverte e immediatamente rispondo al saluto :
"Buongiorno! Filosofeggiando, la gioia è malinconia che ce l'ha fatta o immobilità che mi riporta in armonia con l'ambiente? Guardando alle cose cambiando prospettiva."
Ed inavvertitamente porto con me il seme di quel pensiero, mentre esco ad occuparmi di asini e capre e calpesto il sottile strato di neve caduto nella notte. C'è il sole e l'aria fredda sulla pelle mi fa sentire bene.
Così torno a pensare alla gioia: a come è cambiata con il passare degli anni.
Quando ero bambina non vedevo l'ora di inserirmi nel candido paesaggio innevato per creare pupazzi di neve e igloo o per dar vita a interminabili battaglie a palle di neve o a splendidi angeli disegnati sul bianco manto nevoso muovendo braccia e gambe. Ed ecco riaffiorare alla memoria le discese con lo slittino, le prime cadute sugli sci e gli assaggi di neve!
Ora mi accontento di guardare dalla finestra il paesaggio imbiancato e gioisco del silenzio e della pace che porta con sè.
L'entusiamo e il movimento dell'infanzia sembrano scomparsi. Guardo alla mia vita e vi ritrovo una passività che alla bambina di allora non apparteneva affatto. Questo mi fa riflettere.
Così decido di ritornare a giocare: i cani nella neve non aspettano altro.
Il sole è sempre più luminoso e per un attimo mi sembra di toccare il cielo.
La gioia delle piccole cose.
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