In questi giorni sto leggendo l'autobiografia di Lowen - Onorare il corpo - e mi sono soffermata a riflettere sul concetto di condivisione per comprendere meglio le difficoltà, di cui io stessa ho fatto esperienza, che si manifestano spesso in questo passaggio di cuore.
Lowen scrive: "Per gran parte della mia vita ho lavorato per rimettere il corpo al suo posto, in posizione centrale nella gerarchia della personalità, come fondamento del nostro essere e base della nostra sessualità. Perchè non avevo chiarito la mia posizione quando avevo creato l'approccio bioenergetico per la comprensione e il trattamento dei problemi emozionali? La risposta sta nella mia struttura di personalità, che è divisa a sua volta. La mia identificazione con il corpo è sempre stata a livello di sopravvivenza e di piacere, mentre quella con la mente era basata sul successo e sulla superiorità. Era solo a livello della mia capacità individuale che potevo dimostrare di essere bravo come gli altri, se non migliore."
In queste parole vi è un messaggio importante. Se non vi è chiarezza in noi difficilmente saremo in grado di trasmetterla ad altri. Inoltre, se non avremo elaborato in profondità le nostre debolezze, queste condizioneranno inevitabilmente le nostre parole e il nostro agire. Questo potrebbe dar adito al pensiero che non si è mai pronti a condividere e devo ammettere che questo pensiero è stato il mio primo blocco nella scelta della stesura del "Coraggio di ascoltarsi". Gli eventi hanno agevolato il mio mettermi in gioco permettendomi di elaborare la debolezza che mi tratteneva. Le esperienze dolorose che hanno caratterizzato la mia scelta di condivisione, hanno altresì delineato i passaggi più importanti della mia crescita. Le persone che si sono avvicinate a me nel tempo sono sempre state uno specchio con cui condividere un tratto di percorso per imparare reciprocamente le une dalle altre: si trattava infatti delle persone con cui ero pronta a lavorare. Questa reciprocità si manifestava in entrambe le direzioni all'inizio della relazione, ma se la crescita non era condivisa portava inevitabilmente alla separazione dei percorsi per aprire nuove vie. Il mio ego subì in questi continui passaggi di condivisione e divisione un'importante limatura. Questo processo favorì la crescita della consapevolezza e con essa del discernimento. L'unicità e i tempi di maturazione individuale sono valori inalienabili della persona. Questa presa di coscienza deve dirigere pensieri, azioni e sentire. E spesso il silenzio è la miglior risposta.
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