Estratto da L'uomo Superiore di Bennet :
"L'impulso a essere, che ha il suo culmine nell'amore, si radica in noi per mezzo della sensazione del vuoto. Però è annebbiato dal nostro "spasmodico desiderio di esistere", l'impulso a riempirci di cose esterne. Dobbiamo disilluderci rispetto al mondo e a ciò che ci può dare: dobbiamo capire che le nostre emozioni non devono dipendere da ciò che ci proviene dal mondo esterno."
Queste parole di Bennet sono un prezioso spunto di riflessione. Se mi apro all'ascolto visualizzo due forze opposte e contrarie: una diretta all'esterno a supportare "lo spasmodico desiderio di esistere" e l'altra volta all'interno tesa a ricercare il significato delle cose. Fin da piccola percepivo la spinta interiore a entrare nelle cose, ma per anni l'ho manifestata cercando fuori di me le risposte che scoprii solo successivamente essere dentro di me. Ci si potrebbe domandare il significato di queste due forze che ci caratterizzano. Gurdjieff rispondeva in modo molto semplice a questa domanda, rivolgendosi a coloro che erano con lui al Prieurè: "Se siete venuti qui è perchè avete capito la necessità di lottare con voi stessi e solo con voi stessi. Pertanto ringraziate tutti coloro che vi danno la possibilità di farlo." La lotta con lo stato di schiavitù della nostra natura emotiva è quasi impossibile se siamo isolati dagli altri: tuttavia non è semplice essere capaci di trarre insegnamento dal mondo esterno.
Ci vuole grande apertura per percepire direttamente come sono le cose, in quanto lo si può fare solo attraverso la partecipazione e l'entrata nelle cose stesse.
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