Durante una presentazione, qualche settimana fa, un anziano signore venne a lamentarsi, molto infastidito dal fatto che a un certo punto della conferenza avevo detto "in qualche modo" e non avevo specificato quale fosse questo modo. Ammisi di non ricordarmi il contesto in cui avevo inserito "in qualche modo" e che avrei tentato di usare le parole con maggior consapevolezza in futuro, rendendo la sua critica uno spunto costruttivo.
Oggi mentre leggo il nuovo libro di Paolo Bianchi L'intelligenza è un disturno mentale (edito da Cairo) mi rimbalzano addosso le stesse parole udite quella sera sotto questa forma:
"Se una donna ha talento le perdono ogni crudeltà. Se mentre mi parla continua a ripetere "in qualche modo", non riesco a passarci sopra. Qual è questo modo? In qualche modo tutti sono capaci di fare tutto. In qualche modo io potrei andare sulla luna, tu potresti diventare un santo o un eroe, in qualche modo potremmo rovinarci tutti. Ma dovete dirmi qual è questo modo.
Lei è davanti a me e dice "in qualche modo". Io penso, Non sei capace di spiegarti, non sai di cosa parli.
Una donna di talento non lo dice mai."
Non poteva esserci spunto migliore per rifletterci ulteriormente. Qualsiasi tipo di ripetizione è fastidioso all'interno di una conversazione, ma "in qualche modo" ha il potere magico di innervosire parecchio, a quanto pare. Mi sono chiesta come mai. La magia di queste tre parole potrebbe essere nascosta nella loro indefinibilità: utilizzando "in qualche modo" non offro soluzioni, ma mi apro alle infinite possibilità della vita strettamente collegate all'unicità individuale. Il mio modo può discostarsi dal tuo, così come dal suo. Questa libertà può spaventare parecchio chi tende a controllare ogni aspetto della realtà con precisione, proprio per il suo disattendere un'aspettativa tesa a dare concretezza al "modo" in cui l'interlocutore intende muoversi. Come dice Paolo: "In qualche modo tutti sono capaci di fare tutto ", "In qualche modo una soluzione si trova sempre", "In qualche modo ci riusciremo" e non è meraviglioso?
A volte è proprio aprendosi alla vita senza schemi che il "modo" si dispiega ai nostri occhi mostrandoci la bellezza del sapersi meravigliare ancora.
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