Estratto da Psicoterapie orientali e occidentali di Alan W. Watts:
"Si tratta quindi di sentire la vita non come uno scontro tra un soggetto e un oggetto,
ma come un campo polarizzato in cui la contesa degli opposti è diventata il gioco degli opposti.
....
La mia linea di confine esterna,
che non è solo la linea di confine della mia pelle
ma anche quella di ogni organo e di ogni cellula del mio corpo,
è anche la linea interna di confine del mondo.
I movimenti di questa linea sono i miei movimenti,
ma sono anche i movimenti del mondo,
della sua linea di confine interna."
Questa visione di Watts mi piace moltissimo. Lo spazio non è un contenitore, ma un costituente dell'universo materiale. La nostra apparente indipendenza è una convenzione sociale e la nostra libertà si realizza quando prendiamo parte in modo consapevole al gioco cosmico e sociale, senza attaccamenti.
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