Osservando la realtà con attenzione spesso ci troviamo di fronte a reazioni aggressive e a situazioni che evidenziano la frustrazione e la rabbia repressa in circolazione. Lo scarico all'esterno della propria irritazione sembra essere la via più diffusa per risolvere un disagio interiore che non si sa gestire in altro modo. Questa dinamica rende la nostra quotidianità una vera discarica di rabbia e rende particolarmente faticoso rimanerne immuni, soprattutto quando involontariamente ci si trova coinvolti marginalmente in beghe altrui. La rabbia è un'emozione dirompente che attiva la mente a mille e porta a re-agire inconsapevolmente. La consapevolezza in questi casi gioca un ruolo determinante.
La fase uno è rallentare il respiro per bloccare l'afflusso massiccio di sangue al cervello, l'uscita degli occhi dalle orbite, il prurito alle mani e la tendenza all'apnea con i battiti del cuore a mille.
La fase due, continuando a respirare, è la metabolizzazione della rabbia: accettare che ci sia senza identificarsi con essa.
La fase tre è la trasformazione dell'energia di rabbia in intento costruttivo.
Le tre fasi richiedono tempo, ma hanno la capacità di trasformare il disagio in potenzialità.
E a volte le idee migliori nascono proprio così, imparando a gestire un razzo propulsore senza scottarsi.
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