Ieri è stata una giornata particolare. Mi sono trovata ad osservare modi d'essere e di vivere molto lontanti dal mio in più di un'occasione. Di fronte a queste situazioni il mio sguardo si fa interiore a scoprire la lezione insita in esse. Se ci sono finita dentro c'è sicuramente qualcosa da apprendere.
Parlerò, in particolar modo, della conferenza serale di una sciamana a cui ero stata invitata e che si è rivelata una fatica titanica.
Il corpo mi ha rimandato fin da subito una percezione di disagio e ha tentato in tutti i modi di farmi scappare dalla situazione, ma ho retto fino alla fine perchè non mi sembrava "educato" alzarmi e togliere il disturbo (Ahi, i famosi schemi mentali del buon comportamento). Un torpore letargico mi ha avvolto e ovviamente ho tentato in ogni modo di reagirvi, muovendo gambe e braccia per evitare che la testa cascasse ciondoloni e il mio respiro si trasformasse in un grugnito di degustazione . Il corpo non ha certo rinunciato a urlare le sue ragioni e le ha amplificate scatenandomi un bel mal di schiena lombare (te la vuoi assumere questa benedetta responsabilità di volare via?) e quando alla fine della serata mi sono alzata, il ginocchio destro era dolente (quanto fa male bloccare il movimento? Impara e subisci). Per chi fosse preoccupato per la mia salute, ci tengo a precisare che giunta a casa ero sana come un pesce e sono collassata come un ghiro. Ho un dialogo vivace con il mio corpo, soprattutto quando tento di ignorarlo.
La curiosità ora ci conduce al punto cruciale: perchè sono stata così male? Perchè non mi sono assunta la responsabilità di manifestare apertamente il sentire e in qualche modo il mio stare ha supportato parole che non condividevo affatto. Questo ha comportato un altro errore (ovviamente l'ostinazione non è mai una buona compagna) che è stato quello di essere talmente stravolta a fine serata da non poter mentire sul fatto che mi ero sentita Ercole con il peso delle colonne a sovrastarmi.
Arrivata a casa non ho potuto fare a meno di chiedermi come mai mi sia trovata in questa situazione . Così ho compreso che dovevo prendere consapevolezza del fatto che non ho trovato il coraggio di fare la voce fuori dal coro, alzandomi e lasciando la sala.
L'esperienza mi ha donato alcune lezioni molto importanti:
Il trattenere una persona nel limbo delle sue debolezze è manipolazione.
L'affrontare le proprie debolezze è un'impresa molto faticosa e richiede grande coraggio.
Non bisogna mai giudicare il comportamento altrui, ma osservare sempre se stessi con profonda consapevolezza.
L'accettazione e il rispetto per se stessi sono le ali della libertà.
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