Ma quanta ce ne vuole? C'è un limite alla pazienza?
Fin dove si spingono tolleranza, rispetto e accettazione?
Ci sono situazioni che ci mettono a dura prova e comprendere quale sia il miglior modo di viverle non è semplice, soprattutto quando coinvolgono le nostre relazioni con gli altri.
Lo spazio di benessere individuale è un valore imprescindibile, ma quando la libertà individuale travalica i limiti di questo spazio invadendo quello altrui senza rispettarne le esigenze, è importante fermarsi a riflettere. Una situazione di questo genere autorizza passivamente chi eccede a continuare nell'opera supportando una mancanza di rispetto e di assunzione di responsabilità, mentre induce chi la subisce a soccombere alla sua incapacità a rispettarsi fissando i sani paletti del benessere individuale. Esiste un disequilibrio che trova nella compensazione un equilibrio instabile che diventerà sempre più vacillante con il passare del tempo.
La via più scontata è arrivare alla defragrazione per sfinimento da parte di chi vive l'espansione dell'altro con una contrazione sempre più faticosa. Una salvifica esplosione di rabbia ne è il risultato teso a ristabilire gli spazi e ... a incrinare i rapporti. Questo comportamento spesso non risolve il problema all'origine. Difficilmente indurrà chi vive l'uragano a cambiare, nè aiuterà chi ha dato libero sfogo alla pressione ad elaborare la propria debolezza.
Forse la pazienza è stata troppa.
Quando il dialogo non è più possibile, il flusso emotivo è troppo elevato per permettere un'elaborazione consapevole.
Occorre trovare il coraggio di dire basta e agire un "sano" egoismo prima che sia troppo tardi. L'amore, a volte, si manifesta per vie traverse.
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