Avete mai provato a fermarvi un attimo ad ascoltare il vostro corpo?
Sembra banale, ma non lo è affatto. Corriamo così tanto dietro alla vita che quando decidiamo di fermarci, la nostra mente sembra non percepire il segnale e continua a sfrecciare imperterrita dietro il fiume in piena dei pensieri. Quando cerchiamo di portare l'attenzione all'ascolto, siamo subito sviati da quello che dobbiamo fare o abbiamo omesso di fare, dalle preoccupazioni e dalle paure. Il silenzio dell'ascolto diviene un miraggio e ci pare irraggiungibile. E senza silenzio, l'ascolto è filtrato dalla mente. Cosa intendo? Immaginate di dover assolutamente recarvi ad un appuntamento e di sentirvi a pezzi: se il silenzio vi permettesse di ascoltare il corpo, ne udireste l'urlo teso a fermarvi per riposare, ma se lasciate spazio al chiacchiericcio della mente, mille e una giustificazioni emergeranno inoppugnabili a spingervi ad uscire lo stesso. Il grande problema è che ci siamo abituati a tacitare continuamente il corpo e la conseguenza con cui dobbiamo inevitabilmente fare i conti è quella di aver perso il contatto con esso. Abbiamo eretto così tante barriere da congelare il sentire e ridurre il corpo a una serie di automatismi di cui siamo inconsapevoli.
Il disgelo non è opera semplice in quanto porta a galla tutte le richieste mai ascoltate del corpo in un colpo solo. Ci si trova così di fronte ad un bivio ...
Ricerco il silenzio o faccio finta di niente e riprendo a correre?
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