Estratto da "Guarire con il pensiero" di Scaligero:
"Un tempo, il dominio sensibile, la natura, la corporeità, erano per l'uomo tradizionale il mondo in cui doveva immergersi per trovare lo Spirito: egli poteva attingere il Sovrasensibile nella organizzazione fisica. Per il moderno uomo razionale, il mondo sensibile è invece ciò in cui è immerso e che perciò deve superare: è il mondo che egli tende a comprendere e a dominare mediante la Scienza, secondo un pensiero che inizialmente sorge nella libera forma dell'intuire, ma non consegue tale coscienza di sè da cogliere il proprio movimento di là dalla mediazione cerebrale, nel percepire puro, nel pensare puro, cioè di là dalla forma sensibile: di là dall'alterità che l'uomo antico non aveva bisogno di superare, perchè spiritualmente egli era uno con essa."
Senza tanti grilli per la testa, è l'espressione che mi sovviene leggendo le parole di Scaligero.
L'immagine di un uomo che ascoltava la natura e guardava nella sua stessa direzione, in quanto dalla natura stessa dipendeva il suo sostentamento e il suo benessere. Quanto ci siamo allontanati da noi stessi! Tanto da credere di poter fare a meno di curarci del pianeta in cui viviamo e della natura che lo abita. Tanto da sentirci superiori e separati da tutto. Tanto da avere la presunzione che tutto sia a nostra disposizione e ogni equilibrio naturale possa essere alterato a nostro piacimento. Abbiamo seminato i frutti della separazione, della divisione e dell'odio, senza rendercene conto, offuscati da un ego debordante e da una mente ipertrofica.
Oggi suggerisco una giornata all'insegna dell'umiltà in cui tornare a mettere radici prima di osservare, parlare o ... pensare.
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