E se l'impotenza fosse il contrario dell'accettazione? Se so accogliere, difficilmente mi sento impotente. Osservo e accetto gli eventi che costituiscono la mia realtà e che non sono in grado di cambiare con la fiducia che siano esattamente le situazioni che mi servono per crescere ed evolvere. Allo stesso tempo così facendo, maturo il distacco necessario a valutare oggettivamente il dispiegarsi del presente per essere libero di scegliere di intervenire in caso se ne manifestasse la possibilità.
Grazie ad uno stato di presenza consapevole, ci sono, ma non esercito la volontà per debolezza: l'azione segue sempre una presa di coscienza attiva.
A volte è veramente faticoso osservare silenti e accogliere anche la propria immobilità con serenità, soprattutto quando si è affettivamente coinvolti.
La grande quercia con la sua ampia chioma offre la sua ombra solo al viandante stanco che la ricerca.
Questo è il suo servizio in silenziosa accettazione.
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