Quante volte ci troviamo di fronte a situazioni che richiederebbero semplicemente la nostra presenza consapevole?
E quante volte, inconsapevolmente, ci lasciamo trascinare dalle nostre debolezze e facciamo qualcosa, pur sapendo che il nostro agire non apporterà alcun beneficio agli altri e tanto meno a noi?
Eppure non agire sembra impossibile.
L'immobilità della non azione è un turbine emotivo di dimensioni cosmiche, con la capacità di confonderci, travolgerci e lasciarci stesi al suolo.
Perdiamo distacco e oggettività e sforniamo giustificazioni mentali a raffica per convincerci della correttezza dell'intervento.
Ammettere di non essere in grado di sostenere il senso di colpa che il non fare ci rimanda o la sensazione di impotenza scatenata dagli eventi è estremamente faticoso. L'azione ci aiuta a non pensarci.
Ma dopo come ci sentiamo? Scornati e delusi.
Abbiamo investito energie inutilmente, non siamo stati in grado di controllare un bel niente nè di mostrarci un valido supporto.
L'indefesso tentativo della mente a creare una nuova giustificazione che attribuisca agli eventi la causa della catastrofe è l'ultimo baluardo prima della resa a se stessi.
E quando scombussolati, raccogliamo i cocci di un "lo sapevi già" interiore, troppo spesso ignorato, ci promettiamo di non ricascarci più. Fino alla prossima, dico io. ;-)
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