Mi è capitato spesso di scegliere determinate esperienze per "dimostrarmi" qualcosa. Il più delle volte sono state vere e proprie catastrofi a cui sono sopravvissuta. Sapevo a priori che non mi ci dovevo buttare, ma erano come calamite a cui non riuscivo a resistere.
Perchè? Forse semplicemente perchè era importante ci passassi attraverso per comprendere qualcosa in più di me. Non avevo abbastanza fiducia in me stessa e vivevo nell'illusione che il sottopormi a prove continue avrebbe incrementato il mio senso di sicurezza . In fondo, si trattava di semplice forza di volontà, di non mollare di fronte alle difficoltà, di tenere duro. E finivo per irrigidirmi talmente tanto da dover ammettere che ero allo stremo: a quel punto iniziavo a vedere la realtà per quello che era, al di là della mia sfida. E iniziavo a vedere me stessa per quello che ero, al di là della mia ostinata forza di volontà. Inutile dire che ogni esperienza mi crebbe e mi maturò moltissimo, mettendo in luce debolezze e paure che imparai ad accettare. Finchè, un giorno, non sentii più la necessità di cercare conferme e iniziai a osservare con maggiore distacco ciò che mi circondava e a fare scelte consapevoli.
Imparai a non giudicare l'altro nè le situazioni, ma ad accettare il fatto che mi fa star bene il relazionarmi con persone che sono assonanti con la mia energia e fare scelte sulla base del mio sentire interiore. Accettare me stessa mi ha insegnato ad accettare l'altro e il fatto che ognuno di noi è unico e ha un proprio percorso strettamente individuale, che non sempre è in sintonia con il mio. A volte i percorsi sono così lontani, che un avvicinamento non farebbe che ostacolare la marcia di entrambi. C'è chi sceglie salite scoscese, chi la serpentina in falsa pendenza e chi preferisce scendere o fermarsi. La bellezza delle montagna è che offre infinite possibilità e ognuno di noi ha il suo modo di esplorarla, di viverla e di farne esperienza.
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