Quando la mente ci spinge forsennatamente in direzioni diverse senza chiarezza d'intento è il momento di drizzare le antenne. Fuga in atto.
Quando le dinamiche inconsce emergono a scombussolare il presente, la prima reazione è scappare lontano mille miglia dal problema (chissà che a debita distanza si dissolva).
Il mondo dell'illusione impera e ci convince che "l'erba" del vicino nasconda proprietà miracolose e vanifichi all'istante le nostre tossine interiori facendocele dimenticare. Prende il via il periodo "attività sfrenata verso l'esterno": si esce di più, ci si butta in emozioni fugaci, si fanno le imprese memorabili che si ricorderanno vita natural durante con l'interrogativo "ma cosa mi è saltato in mente di fare?".
E normalmente si torna all'ovile della propria sofferenza più scornati e depressi di prima.
Quella zecca di problema succhiasangue non si scolla affatto e torna a essere compagno indefesso dei pensieri più cupi.
Che sia il momento di affrontarlo? Di comprendere come interviene ad avvelenarmi la vita?
Spesso si ha paura a farlo. Si ha paura di ciò che fa male e irrazionalmente si pensa che avvicinandosi al disagio faccia ancora più male. Puntare i riflettori a illuminarlo ha al contrario risvolti sorprendenti e spesso liberatori.
Coraggio, oggi va in scena "chi non muore si rivede", ma per segnare una nuova via, quella della libertà.
Grazie per avermi rammentato che c'è ancora qualche piccolo fantasma che devo affrontare. Devo trovare la forza di guardarlo in faccia e lasciarlo libero per riprendere la mia Libertà come essere e come esistere.
RispondiEliminaGrazie a te Plejades. Il percorso verso la consapevolezza è una spirale sempre più profonda all'interno di noi stessi e ci sono momenti in cui siamo pronti a procedere oltre. Felice che le parole del mio cuore abbiano risuonato con il tuo.
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