Il Capodanno è spettatore distaccato di un'infinità di promesse, aspettative e desideri di chi vuole cambiare, ma non trova mai il momento giusto per farlo.
Il Capodanno è spettatore distaccato del dolore e della sofferenza di chi sta attraversando momenti difficili e non ha tempo per pensarci.
Da una parte osserva l'entusiasmo di un nuovo inizio, mentre dall'altra evidenzia la continuità del vissuto.
In fondo non si discosta da tutti gli altri giorni, se si vive con consapevolezza.
La trasformazione avviene quando siamo pronti ad accoglierla, così come il dolore si manifesta improvviso a travolgere le nostre vite quando meno ce l' aspettiamo.
La differenza sostanziale dipende da noi e risiede nel nostro modo di vivere gli eventi, nella nostra capacità di rimanere centrati nel presente, perché in fondo è proprio il qui ed ora l'unico momento a contare veramente.
Non esistono date d'inizio, se non nella nostra mente, per l'interiore bisogno di convincerci che il domani sarà migliore perché cambia qualcosa al di fuori di noi.
"Sii il cambiamento che vuoi veder avvenire nel mondo" diceva Gandhi.
Non possiamo cambiare il passato così come non possiamo programmare il futuro. E' illusorio il pensiero di poterlo fare. Il rimanere agganciati al dolore del passato ferma il tempo, così come il vivere di continui sogni senza realizzarli.
Il presente porta con sé i frutti di quello che abbiamo seminato e ripone nella terra i semi per i frutti di domani. Se il raccolto non è stato buono, facciamo tesoro di quello che l'esperienza ci ha trasmesso e prepariamo la nuova semina con gioia.
In questo nuovo giorno, se proprio vogliamo attribuire un significato temporale al primo Gennaio 2015, facciamo nostra la consapevolezza che per essere nella gioia dobbiamo scegliere la gioia, per vivere con più leggerezza dobbiamo lasciar andare le aspettative, per non essere sopraffatti dal dolore dobbiamo rimanere centrati sulla Luce della fiducia che tutto passa e si trasforma.
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