Estratto da "La paura di vivere" di Alexander Lowen:
"Sentendoci non amati e non attraenti, abbiamo paura di stendere la mano per avere amore, di cercare o chiedere rispetto. Temendo una risposta ostile dagli altri, non ci permettiamo di parlare liberamente e di farci valere. Teniamo sotto controllo la nostra aggressività naturale. Rinunciamo ad affermare il nostro essere. Oppure possiamo diventare fobici o eccessivamente aggressivi per nascondere le nostre paure. Ma se ci ritiriamo in noi stessi o aggrediamo gli altri, saranno i nostri corpi a manifestare la nostra paura."
In una società che ha reso il controllo uno strumento indispensabile alla sopravvivenza per lo stile di vita così lontano dai ritmi naturali che lo caratterizza, controllare tutto diviene la "normalità".
Si osservano le persone controllate e le si ammira per la loro capacità di restare sempre in piedi (non possono fare altrimenti, sono picchettate al suolo e rigide come baccalà). Si osservano le persone creative, alternative e fuori dagli schemi e le si giudica per la loro incapacità a conformarsi, rispondendo a quelle che vengono ritenute le priorità verso il successo.
Abbiamo reso le barriere uno status symbol e la spontaneità un atteggiamento da cui fuggire.
Ci siamo trasformati in tanti barattoli ben chiusi di latta colorati, a volte un po' ammaccati, ma sempre impenetrabili. Non ci siamo mai soffermati a pensare che come non può entrare nulla in una lattina sigillata, allo stesso modo nulla può uscirvi. Abbiamo creato la nostra stessa prigione di dolore per difenderci dalla sofferenza. Abbiamo sigillato il cuore dentro un barattolo. Amare o essere amati diviene un'impresa da Gig Robot d'acciaio. Solo noi possiamo scegliere di aprire un varco nella nostra latta: saremo forse più vulnerabili, ma lasceremo spazio alla gioia, all'amore e alla spontaneità, vivendo con totalità. In fondo gli schemi sono semplicemente quelli che abbiamo scelto.
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