Estratto da "Come diventare un Buddha in cinque settimane" di Giulio Cesare Giacobbe:
"Diventa cosciente della precarietà dell'esistenza e quindi della precarietà della presenza nella tua vita delle persone oggetto del tuo possesso affettivo.
Esse non sono eterne.
Esse non possono esserci sempre.
Esse non possono esserci nemmeno per tutta la tua vita.
Quindi non puoi pretendere la loro presenza.
Come abbiamo visto pretendere la presenza di qualcuno non significa amarlo.
In realtà significa voler essere amati da lui.
Dietro questo falso amore infatti c'è un bisogno e quindi una pretesa.
Ma il bisogno non è piacere, è sofferenza, in quanto a perenne rischio di non essere appagato.
La filosofia del buddha è il piacere, non la sofferenza: è proprio contro la sofferenza che egli conduce la sua battaglia.
Per questo, egli predica l'amore.
Perché l'amore è gioia, è piacere.
Amare è godere dell'esistenza dell'altro, indipendentemente dalla sua presenza.
Non è forse così l'amore per Dio?
Non ti chiedo di abbandonare le persone che ami.
Ti chiedo soltanto di diventare libero o libera di goderti le persone che ami quando ci sono e di goderti qualcos'altro quando non ci sono.
Di diventar libero o libera da pretese nei loro confronti e capace di goderti la tua disponibilità per loro.
Perché essere disponibili, darsi, è un piacere."
Alzi la mano chi si sente veramente libero!
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