"Lascio inerte il corpo e bandisco l'intelletto.
Abbandonando la forma e respingendo la conoscenza,
faccio parte del gran Tutto.
Questo intendo per sedere e dimenticare."
Chuang-tzu
Mi piace moltissimo questa riflessione. Forse perché mi appartiene profondamente.
Ho la tendenza spontanea a dimenticare quello che leggo: divoro tantissimi libri, ma ne trattengo magari solo alcune frasi o lo spunto di riflessione che risuona con me in quel momento.
Sento spesso parlare di libri letti o di film visti con tale dovizia di particolari da indurmi ad osservare la mia incapacità a trattenere con grande curiosità.
Solo qualche anno fa ho compreso la natura di questa mia particolarità.
Dopo aver praticato la meditazione regolarmente per tanti anni, ho iniziato a ricordare e a osservare la realtà da una prospettiva al di là degli schemi. Questa capacità è emersa proprio grazie all'abbandono della forma e alla mia naturale propensione a respingere la conoscenza.
I miei ricordi sono spesso in contrasto con la storia che si legge, così come certe visioni sembrano anticipare conoscenze al di là da venire. Se il mio intelletto fosse attivo, le respingerebbe immediatamente, facendo spazio al dubbio della mente e al suo giudizio.
In questo modo, al contrario, ho sempre accolto ogni informazione con grande libertà e solo successivamente mi capitava di trovare il libro in grado di farmi procedere oltre e acquisire maggiore comprensione in merito all'esperienza vissuta.
E così ogni giorno mi siedo e dimentico e ogni giorno emergono nuovi ricordi.
E ogni giorno compio un piccolo passo nel cammino verso la consapevolezza.
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