Estratti da "Ricordi, sogni, riflessioni" di Carl Gustav Jung:
pag. 184
"Il medico che non conosce per sua diretta esperienza l'effetto "numinoso" degli archetipi, difficilmente saprà sfuggire ai loro effetti negativi, trovandoseli di fronte nella sua clientela; sarà indotto a sopravvalutarli o a sottovalutarli, avendone solo un concetto intellettuale, ma non un termine di paragone empirico."
pag. 239
"Chi non ritiene che la conoscenza debba convertirsi in un obbligo morale, diviene preda del principio di potenza , e ciò produce effetti dannosi, rovinosi non solo per gli altri ma anche per lui stesso. Grande è la responsabilità umana verso le immagini dell'inconscio. Sbagliare a capirle, o eludere la responsabilità morale, significa privare l'esistenza della sua interezza, essere condannati a una vita penosamente frammentaria."
Queste frasi mi hanno colpito profondamente: è qualcosa che sento nel cuore da sempre. L'importanza del percorso esperienziale e della condivisione.
Ho scelto il percorso manifestato solo quando ho sentito di essere pronta, dopo un lungo e travagliato lavoro su me stessa. Il mettermi in gioco è stato un ulteriore passaggio verso la consapevolezza: lo specchiarsi nell'altro è un approfondimento ancora più marcato del percorso fatto. E' un ritrovarsi per l'ennesima volta di fronte alle proprie paure e debolezze e realizzarne le sfumature per poterle nuovamente trascendere.
L'ego è sempre stato un osso duro per me: la mia forza e la mia determinazione, se da un lato mi hanno aiutato a non mollare mai anche nel dolore più cupo, dall'altro hanno reso il mio carattere molto consistente. Abbattere la rigidità degli schemi e imparare a lasciarmi andare è stato un processo faticosissimo: alcuni passaggi hanno richiesto anni per essere elaborati completamente. La manipolazione del dolore e l'uso materiale della conoscenza, a cui spesse volte ho assistito, hanno generato in me una paura che ha bloccato per anni il mio espormi. Sapevo che nella mia umanità l'errore, seppur in buona fede, è sempre possibile e questo l'avevo accettato, come avevo realizzato che il blocco era un trattenere gli insegnamenti, ricevuti per essere condivisi, ma ho dovuto attendere pazientemente di sentirmi pronta: lo sono stata quando ho valutato di aver acquisito gli strumenti base (consapevolezza, rispetto, accettazione, distacco...) per ridurre al minimo un comportamento irresponsabile. E' stata una grandissima lezione di umiltà. Questo non ha evitato esperienze dolorose lungo il cammino, ma con il tempo ho compreso che sono assolutamente necessarie sia per me che per chi le condivide. Nel dolore si impara la vera apertura di cuore, quella che non costruisce barriere, ma accoglie sempre e comunque.
Brava mi trovo in sintonia su alcune cose che hai scritto.. non e' facile esporsi e anche l'uso del web, scrivere in un blog puo' essere terapeutico per farci entrare in contatto con noi stessi e... gli altri...
RispondiEliminaUn salutone
Grazie! Condivido! Scrivere il primo libro è stata una grande crescita: mi ha permesso di entrare in contatto con me stessa in modo approfondito e di superare alcuni limiti che avevo posto tra me e gli altri. La scrittura aiuta a fare chiarezza.
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