Oggi guardiamo alle cose cambiando prospettiva, proprio come propongo nel mio libro "Il coraggio di ascoltarsi" (Ed. Mediterranee).
Il mio post sulla sindrome da crocerossina ha raggiunto grande popolarità per cui ho pensato di approfondirne alcuni aspetti.
Avete mai riflettuto sul fatto che quando doniamo senza volere nulla in cambio ci arroghiamo inconsciamente potere sull'altra persona?
Si crea infatti un debito karmico e si nega all'altro la libertà dell'agire: di fatto non potendosi sdebitare, non potrà vivere con leggerezza ulteriori richieste nei nostri confronti perché sentendosi in difetto rimarrà per sempre collegato a noi da questa percezione. Vestiremo, quindi, più e meno consapevolmente, il manto del tiranno.
E vi siete mai soffermati a pensare al fatto che quando ci aspettiamo sempre tutto dagli altri senza offrire nulla in cambio siamo semplicemente avidi? Quando tutto è dovuto non possono esistere né equilibrio né libertà.
Ora osserviamo la realtà che ci circonda da questa prospettiva. Avidità e potere imperano incontrastati. Aspetti differenti, ma entrambi dettati dal desiderio mentale di avere sempre di più.
Chi è saggio non regala nulla e non pretende nulla gratuitamente, perché vuole che il proprio giardino fiorisca per forza propria ...
Chi è saggio non regala nulla e non pretende nulla gratuitamente, perché vuole che il proprio giardino fiorisca per forza propria ...
Un commento che mi è stato fatto mi ha indotto ad aggiornare il post: una cara amica mi ha scritto che credeva ci fosse almeno un'eccezione: cioè, quando chi dona lo fa a una o più persone che ama con tutto il cuore e per le quali la felicità del ricevente conta più della propria.
La purezza d'intento è alla base del donare: se si dona con il cuore, il ritorno è la serenità stessa del ricevente in quanto si è giunti a comprendere che tutto è UNO. La felicità del ricevente non conta più della propria, ma è la mia stessa felicità.
Gesù diceva: "Ama il prossimo tuo come te stesso" e quando vi è unione di cuori non può essere che così; questa attitudine si manifesta quando siamo riusciti a trascendere l'ego e quindi, il desiderio mentale di avere sempre di più.
Con questo post ci tenevo a focalizzare l'importanza di un lavoro individuale verso la consapevolezza, un lavoro centrato sulla propria interiorità.
Spesso, nell'ambito spirituale in particolar modo, ho visto manipolare il dolore e la sofferenza proprio per via di una dinamica di potere. Allo stesso modo, ho visto persone non essere in grado di uscire dal tunnel del vittimismo per via di una dinamica di avidità. A volte, inconsapevolmente, si fanno danni pur convinti di aiutare l'altro.
L'esperienza individuale è la strada per crescere e questo lo si impara sperimentando.
Non bisogna mai dimenticare che si raccoglie quello che si semina e se con umiltà si cura il proprio giardino con pazienza, cura ed amore si coglieranno i frutti di tanta dedizione e si diverrà consapevoli di quanto sia importante rispettare il giardino altrui.
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