Avete mai fatto caso a quante volte, in una giornata, si ripete o si sottintende la parola "IO"? Tante. Oserei dire anche ... troppe.
La mente impera con i suoi bisogni e le sue aspettative e l'ego ne è la manifestazione. Ogni azione, ogni pensiero viene filtrato dalla lente che pone me stesso al centro dell'universo. Gli altri non sono che un semplice corollario alla mia vita, a volte scomodo, altre volte utile: non esistono al di là di come percepisco la relazione esistente con loro. Ogni uomo è un'isola a sè stante circondata da un cospicuo numero di squali intenti a difenderla e ad attaccare chiunque tenti di avvicinarsi senza debita autorizzazione: io con le mie invalicabili barriere, io con le mie esigenze, io con i miei schemi mentali, io con le mie paure. Tutto il resto non conta. Anzi, se sto male, che fastidio osservare chi sta bene. Se sono in difficoltà, che fastidio osservare chi è felice. E vale anche il contrario. Se sono felice e sono circondato da persone in difficoltà, rovinano la pienezza del mio benessere! E se sto bene, mi appesantisce vedere chi soffre!
Questo è il punto di vista della mente, con le sue infinite giustificazioni tese a farmi credere di essere una persona meravigliosa, al di là di tutto.
Ma il cuore in tutto questo cosa dice? Poco o niente, l'ho congelato. Ho già tanto di mio a cui pensare in questo momento. "Noi" è un termine out of fashion, fuori moda. Troppo impegnativo. Troppo faticoso. Troppo rischioso. E allora lo cancello dal vocabolario e faccio finta che non esista e per farlo sono disposto a congelare l'amore. Poco importa: è di troppo anche lui.
PS: oggi giornata polemica ... ogni tanto capitano fatti nella quotidianità che aiutano la riflessione.
IO non sono così .ciao tvvb buona giornata!
RispondiEliminaLoredana, anch'io cerco con tutta la mia energia di essere nel cuore e sarebbe magnifico se sempre più persone lo fossero. Per una realtà più vivibile e più armonica con la nostra natura di esseri sociali!
EliminaNON siamo tutti così intendevo dire
RispondiEliminanella maggioranza dei casi è verissimo ciò che hai scritto. In moltissime situazioni quando si interviene si parla sottintendendo la prima persona al singolare perché innanzitutto si tenta sempre di comunicare il proprio vissuto come esempio, e poi, credo, perché così si crede che parlando del proprio si denoti la validità delle asserzioni. Molto spesso in casa mi capita di notare questo. Ecco come dicevo prima, vedi alla fine ci sono cascata e sono scivolata dell'individualità, è difficilissimo sostenere un discorso senza esserne il prezzemolo! Bello scritto complimenti. Buona giornata
RispondiEliminaMarta l'esperienza è molto importante e condividerla può essere di supporto a chi si trova a vivere esperienze similari per offrire una differente prospettiva di osservazione, ma non dimentichiamoci mai che l'esperienza non può essere trasmessa, è strettamente individuale e legata al vissuto personale. A volte una presenza consapevole è un aiuto meraviglioso: saper ascoltare ed esserci focalizza l'attenzione sull'altro e non la accentra su se stessi. Vivifica quel "noi", a volte, così lontano dal nostro modo di essere. E' la via del cuore e ogni giorno, passo dopo passo, ci porta a rendere la nostra vita sempre più in sintonia con ciò che siamo e in armonia con chi ci circonda.
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