Quando iniziamo a lavorare su noi stessi, inevitabilmente diveniamo consapevoli delle tante contraddizioni che ci caratterizzano. Portando l'attenzione sull'ascolto del corpo ci rendiamo conto di come spesso ci obblighiamo a fare cose o a vivere situazioni per abitudine, per educazione, per pigrizia o per paura, più che per scelta consapevole. Il nostro corpo ce lo segnala, ma la nostra mente, molto abilmente, troverà mille giustificazioni per farci in qualche modo digerire il disagio rendendolo inevitabile per il quieto vivere. Se continueremo ad acuire la nostra consapevolezza, diverrà difficile continuare ad ignorare i tanti segnali del corpo e ci troveremo in qualche modo a doverci fare i conti. Questo significherà trovarsi di fronte ad una scelta, a questo punto consapevole: potremo continuare ad agire come abbiamo sempre fatto o potremo cercare di portare maggior coerenza nella nostra vita. Quest'ultima opzione ci porrà di fronte al cambiamento di essere artefici consapevoli della nostra quotidianità. Poco per volta dovremo abbandonare le abitudini, gli schemi mentali, la pigrizia del lasciarsi vivere, affinché il sentire e l'azione si dispieghino nella stessa direzione. Le difficoltà riscontrate in questo processo non faranno che appesantire ancora di più la paura latente che il cambiamento genera in noi. Paura di ciò che non si conosce, paura di cadere dalla padella nella brace (particolarmente attiva quando viviamo situazioni di grande sofferenza e tendiamo a vedere tutto nero, sempre e comunque!), paura di perdere qualcosa, paura ad andare contro corrente ...
Ci vuole coraggio. Il coraggio di ascoltarsi e di guardare alle cose cambiando prospettiva.
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