Scegliere il livello della pratica (pag. 72/73)
L'efficacia della meditazione e delle pratiche spirituali dipende dal praticante più che dalla forma di pratica prescelta. Il beneficio che ne verrà sarà scarso se la pratica viene eseguita senza una corretta comprensione di come va fatta e di cosa si dovrebbe ottenere.
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La pratica più elevata che un individuo può seguire è quella che si dimostra più efficace per lui, qualunque essa sia.
In realtà nessuno può dirvi quale pratica dovreste seguire in un dato momento. Dovete arrivare a capire da soli le diverse pratiche, come dovrebbero funzionare e in quali situazioni, e poi dovete essere spietatamente onesti con voi stessi sulle vostre capacità attuali. Siate realistici con voi stessi. Non idealizzate. Cercate l'insegnante giusto. Studiate. E poi prendete una decisione. Non si tratta di decidere in teoria quale pratica sia migliore, si tratta di capire di quale pratica avete bisogno voi. Se non siete onesti con voi stessi e non studiate a fondo le pratiche che fate, potreste perdere molti anni, addirittura tutta la vita, con scarso o nessun risultato.
In Occidente tutti vogliono la pratica "più elevata", un desiderio che indica un fraintendimento della via. Tutti vogliono affrettarsi a portare a termine le pratiche di base. Ma i grandi Maestri le praticano per tutta la vita. Continuano a contemplare l'impermanenza, a coltivare la compassione, a eseguire le pratiche di purificazione, a fare offerte, a fare guru yoga. Non è una fase da superare.
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La base su cui poggia l'esistenza individuale è la vuota consapevolezza. Questo può non suonare molto invitante. In genere, la vacuità viene considerata poco allettante: un sentimento vuoto, una vita vuota, una testa vuota, un cuore vuoto, sono considerati negativi. E dunque, da tempo immemore ci siamo dati da fare per riempire questo vuoto. Ci costruiamo identità e oggetti e storie, ma poiché abbiamo frainteso ciò che sono in realtà tutte queste cose, non ci soddisfano mai del tutto.
Queste parole mi trovano assolutamente concorde. Purtroppo, noi occidentali abbiamo la tendenza ad avere poca pazienza, grandi aspettative e poca umiltà. Nel percorso spirituale ci troviamo, quindi, a confrontarci fin da subito con ostacoli importanti. Questo porta i più ad abbandonare la pratica per sceglierne un'altra alla continua ricerca del risultato, ignorando che proprio nel superamento di questi limiti autoimposti si nasconde un passaggio molto importante verso la consapevolezza.
Donatella
un gran bel punto interrogativo.....----bello il dipinto, tra l'altro una strana concomitanza con Medusa
RispondiElimina;-) Solare giorno Brezza!
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