Oggi voglio proporre una riflessione prendendo spunto dal volume di Steve Silberman: "Neurotribù. I talenti dell'autismo e il futuro della neurodiversità"
Silberman nel suo volume riporta che in anni recenti, i ricercatori hanno determinato che gran parte dei casi di autismo affonda le sue radici in geni molto antichi e ampiamente condivisi dalla popolazione generale, anche se maggiormente concentrati in alcune famiglie. Non si tratta, quindi, di rare mutazioni o di un prodotto della civiltà moderna, ma di uno "strano dono" del nostro passato profondo, tramandato attraverso milioni di anni di evoluzione.
Secondo i sostenitori della neurodiversità, la società non dovrebbe guardare all'autismo come un errore di natura, ma come una parte preziosa del patrimonio genetico dell'umanità di cui prendersi cura, migliorando gli aspetti che possono essere profondamente disabilitanti in mancanza di adeguate forme di supporto. Elaborare forme opportune di sostegno e accoglienza è una responsabilità sociale e parte dal presupposto che "dobbiamo imparare a pensare in un modo più intelligente a chi pensa diversamente".
Questa riflessione riporta il focus all'importanza di un'azione consapevole volta a sostenere e accogliere la neurodiversità più che tentare di risolverla.
La società dovrebbe aiutare le persone autistiche e le loro famiglie a vivere vite più felici, sane, produttive e sicure nel presente.
In questo passaggio è, a mio avviso, racchiuso il seme di una profonda trasformazione sociale da un punto di vista valoriale ed evolutivo.
Il mio impegno con I Bambini delle Fate nasce da questa consapevolezza.
Il mio sogno nel cassetto è quello di creare una rete di competenze che unisca profit e no profit a beneficio della collettività nel rispetto della sua neurodiversità.
Un sogno importante che per la sua realizzazione richiede apertura e la presenza di molti altri coraggiosi sognatori a condividerne la bellezza.
A Biella, Novara-Vercelli e Torino abbiamo iniziato a sognare e a mettere radici.
Sono a disposizione delle aziende piemontesi per coinvolgerle in questo prezioso viaggio di crescita condiviso.
Contattatemi.
Oropa - foto Donatella Coda Zabetta