Leggo spesso i libri vincitori e finalisti del Premio Strega: a volte hanno incontrato il mio gusto, altre volte no.
Ho iniziato "Il giorno dell'ape" con una certa apprensione per le oltre 500 pagine, ma la lettura si è dispiegata velocemente diretta dalla curiosità.
Pagina dopo pagina mi sono ritrovata in un tunnel buio, cupo e travolgente: questa percezione ha accompagnato la lettura fino alla fine.
Una sensazione simile l'ho vissuta guardando la serie Netflix "Adolescence".
La mancanza di luce, o per meglio dire di "punti luce", ha reso, a mio avviso, entrambe le opere poco realistiche adombrando l'umanità di ogni singolo personaggio e allineandolo agli altri senza via di scampo. Una narrazione di questo tipo è statisticamente improbabile ed è frutto di una visione parziale e oscurata della realtà.
Una realtà che ha completamente rimosso la bellezza e la meraviglia di ciò che ci circonda, per evidenziarne solo le ombre.
"Il giorno dell'ape" non limita questa visione ai personaggi e alle loro relazioni, ma la espande al mondo naturale rendendo la narrazione un baratro senza speranza.
Mi sono chiesta come mai ci sia un gran proliferare di opere artistiche di questo tipo e come mai abbiano tanto successo. Voi che ne pensate?
PS:La mancanza di punteggiatura in alcune parti del libro è una scelta artistica intenzionale dell'autore che personalmente non ho gradito.